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note storiche
Tutto ciò che vuole il Signore lo compie
Le fonti storiche dicono che dalla metà del secolo XIV le clarisse hanno vissuto a Genzano, Tricarico, Atella e poi a Potenza, Muro Lucano, Ferrandina, Irsina, Avigliano, Matera, Melfi. Sono rimaste in Regione fino alla seconda metà dell’Ottocento.
Con la chiusura dei monasteri, in seguito alle leggi eversive napoleoniche, scompare dalla Basilicata la ricca e secolare esperienza spirituale della presenza contemplativa. Ma nell’era della secolarizzazione, persone singole e intere comunità sembrano ricercare con ansia un “luogo” spirituale, uno spazio per lo spirito, per ritrovare le ragioni ultime dell’esistenza.
Benedetto XVI, nell’Angelus del 19 novembre 2006, parlando dei monasteri di clausura disse che sono “oasi nelle quali l’uomo, pellegrino sulla terra, può meglio attingere alle sorgenti dello Spirito e dissetarsi lungo il cammino. Questi luoghi, pertanto, apparentemente inutili, sono invece indispensabili, come i “polmoni” verdi di una città: fanno bene a tutti, anche a quanti non li frequentano e magari ne ignorano l’esistenza”.
In particolare, in terra lucana è sempre stata viva da parte dell’Episcopato, dei religiosi francescani e di tanti fedeli, l’esigenza di un monastero di contemplative.
Accogliendo questo desiderio, a conclusione delle celebrazioni dell’ottavo centenario della nascita di San Francesco, i Padri Provinciali dei frati di tutta Italia hanno assunto un impegno: costruire un monastero destinato al ritorno delle Clarisse in Basilicata, ormai unica Regione italiana ad esserne priva.
È “l’atto di concepimento” dell’attuale monastero di Santa Chiara di Potenza.
I Vescovi lucani pertanto fanno richiesta ufficiale al Monastero S. Maria della Sanità di S. Lucia di Serino chiedendo la disponibilità di alcune sorelle della Comunità per fondare un Monastero a Potenza. In particolare un monastero di contemplative in Basilicata è stato fortemente desiderato e sostenuto da Mons. Giuseppe Vairo già a partire dal 1990, quando era Arcivescovo della Diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsiconuovo.
La Comunità di S. Lucia di Serino, con il capitolo del 18 settembre 1993, accetta di dare inizio alla fondazione.
La piccola comunità arriva a Potenza, nella sede provvisoria di viale Marconi, in un’ala dell’allora Seminario minore di Basilicata, il giorno 2 febbraio 1996. Le prime 4 sorelle sono Suor Maria Chiara De Piano, Suor Maria Bianca Starace, Suor Maria Bernardetta Daraio e Suor Maria Giuditta Giordano. La responsabile della fondazione è Sr. Maria Bernardetta Daraio.
Nel pomeriggio dello stesso giorno vi è una solenne concelebrazione presso la Cattedrale San Gerardo di Potenza per accogliere la nuova realtà monastica clariana.
La Chiesa Cattedrale è gremita di presbiteri, frati, suore, fedeli, per celebrare insieme questo evento di speranza e di gioia. Qualcuno ha scritto su un giornale: “Finalmente! Sì, dopo lunga attesa, le Clarisse sono ritornate nella nostra regione. […] Venerdì 2 febbraio le quattro suore hanno ricevuto simbolicamente le chiavi del monastero. […] Il seme è stato posto. Non ci resta che attendere la fioritura e i frutti che Dio vorrà concedere a questa terra di Basilicata. […] Ci vogliono occhi e cuore per vedere le grandi cose che Dio opera”. Parole profetiche!
Alla fine del 1997 si unisce al gruppo iniziale sr. Maria Serafica Dias, professa temporanea del monastero di Uberlandia (Brasile).
Il 19 aprile 1998 sr Maria Giuditta Giordano fa la sua Professione Solenne all’interno della Celebrazione Eucaristica, presieduta da Mons. Appignanesi: dopo la soppressione dei monasteri avvenuta oltre 140 anni prima, si celebra una Professione Solenne in Basilicata.
All’inizio del 1999 al Seminario Minore, dove la piccola comunità risiede, sono stati avviati lavori per la ristrutturazione dei locali adiacenti al monastero; la comunità, che comprende in quel momento anche due postulanti e una novizia, si trova nella necessità di trasferirsi ad Oppido Lucano nel convento francescano Sant’Antonio. E’ il 24 giugno 1999.
La permanenza nel convento francescano di Oppido Lucano doveva durare solo pochi mesi, invece è durata circa nove anni, anni densi di avvenimenti che hanno visto crescere la comunità, sia spiritualmente, sia numericamente.
È in questi anni che si fanno i primi passi per la costruzione del Monastero a Potenza, luogo che sarà la sede definitiva delle sorelle.
Il 24 ottobre 2003 sr. M. Bernardetta Daraio e sr. M. Giuditta Giordano si recano a Potenza per la compravendita del terreno in contrada Botte. E’ un terreno che sembra essere proprio adatto ad accogliere una realtà monastica in quanto presenta degli ottimi requisiti: è posto in una zona elevata, è situato appena all’esterno della città di Potenza ed è sufficientemente isolato.
In seguito si scoprirà un particolare che significa continuità: il terreno è appartenuto in passato alle Clarisse del monastero san Luca in Potenza, soppresso nel 1866.
Acquistato il terreno e sviluppato il progetto architettonico dall’architetto Renato D’Onofrio, sono subito avviate le procedure per ottenere la variante urbanistica.
Il 25 marzo 2004, nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa dell’Annunziata, alla presenza di frati, suore, autorità e numerosi fedeli, convenuti a contrada Botte, nonostante il freddo intenso, Mons. Antonio Forte, Vescovo di Avellino e confessore della comunità delle Clarisse, benedice il terreno. Particolare molto significativo e toccante: il primo monastero di Basilicata di Genzano (1327-1900) era dedicato alla SS.ma Annunziata. Dopo la benedizione del terreno, segue una solenne Concelebrazione Eucaristica, presieduta da S.E. Mons. A. Superbo nella Cattedrale di Potenza, in cui è benedetta la prima pietra del monastero, un blocco di pietra bianca, finemente lavorato a mano, con un Tau ben visibile, scolpito su una facciata. La pietra è stata ideata e offerta dall’ingegner Dario De Luca. All’interno della pietra è inserita una pergamena in ricordo dell’evento. Il giorno 13 giugno, festa di sant’Antonio da Padova, arriva la comunicazione del permesso per iniziare i lavori. Dopo l’acquisto del terreno, la comunità si ritrova con un piccolo gruzzolo, assolutamente sproporzionato di fronte a quello che occorre. Che fare?
Comincia da qui la sfida per la costruzione del monastero. Se è un’opera di Dio, Dio stesso provvederà.
Mons. Antonio Forte incoraggia ed esorta la comunità a “vivere l’ebbrezza della fede!”
Le sorelle, ora sono in sette, imperterrite e fiduciose, cominciano a impastare semplici dolcini e a organizzare piccole vendite, anche aiutate in queste da alcuni Parroci, e soprattutto affiancate dal lavoro prezioso di un Comitato – composto da piccoli comitati diocesani – che, pur non avendo nessun riconoscimento giuridico, si prodiga con molto impegno e generosità. Si lavora a ritmo serrato, con il freddo, il caldo, l’insufficienza dei locali e la mancanza di attrezzature adatte; si producono biscotti, marmellate, liquori, conserve e sott’oli. Si dipingono anche ceri pasquali e si fanno piccoli lavori di ricamo.
Tutto questo lavoro materiale viene sorretto naturalmente dalla preghiera liturgica, da Celebrazioni Eucaristiche, da giornate di ritiro ed esercizi spirituali.
I lavori di costruzione proseguono; il monastero cresce a vista d’occhio sotto la direzione premurosa, sollecita, instancabile dell’ingegnere Dario De Luca.
Le sorelle fanno la spola tra Oppido e Potenza, per seguire i lavori. Finalmente il 2 aprile 2008 un gruppo di suore si reca sul cantiere per le prime pulizie di alcuni ambienti completati. La gioia è tanta, così come la gratitudine al Signore.
Il 22 maggio si trasferisce da Serino sr. Maria Amalia Di Maio, che si incardinerà nella comunità di Potenza; il giorno 11 giugno tutte le sorelle sono stabilmente “a casa” nel nuovo monastero.
Il 22 agosto, festa di Santa Maria Regina, l’Arcivescovo Mons. Superbo, accompagnato dall’ingegner De Luca, visita il monastero e dà notizia che a lui è giunto dalla Sacra Congregazione il “nulla osta” per l’Erezione Canonica del monastero. Insieme si stabilisce la data per la celebrazione ufficiale: 20 settembre 2008.
…“Tutto ciò che vuole il Signore lo compie”…
È il punto di arrivo del lungo percorso di gestazione per il monastero di Basilicata.
Il 20 settembre 2008, quindi è una data storica. Durante una solenne Concelebrazione Eucaristica, alla presenza di tutti i Vescovi della Basilicata, il Monastero di Potenza viene inaugurato e nello stesso tempo riceve l’Erezione canonica da parte della Santa Sede.
Il giorno 7 ottobre 2008 le sorelle possono celebrare così il primo capitolo elettivo che vede la responsabile Sr. Maria Bernardetta Daraio scelta come prima Abbadessa della Comunità nascente.
Con l’inaugurazione e l’Erezione Canonica la comunità decide, per motivi economici di fermare i lavori, anche se è stato realizzato solo metà del progetto del monastero; il salone sarà adibito a chiesa, per qualche anno. Ma dopo circa due mesi, esattamente il 17 novembre, festa di S. Elisabetta d’Ungheria, Patrona del Terz’Ordine Francescano, una terziaria telefona e parla con Sr. Giuditta per comunicarle che ha deciso di azzerare il proprio conto in banca e donare l’importo per la ripresa dei lavori di costruzione della chiesa. Per la comunità è un segno chiaro che Dio chiede un ulteriore atto di fede: la somma basta sicuramente per iniziare, ma servirà ancora molto per continuare e terminare l’opera.
Così, nella primavera del 2009, si riprendono i lavori per completare la Chiesa e la foresteria.
Il 5 dicembre 2009 la chiesa è finalmente aperta ai fedeli e l’altare verrà consacrato l’8 maggio 2011. In vista di questo evento e nella ricorrenza degli ottocento anni della fondazione dell’Ordine clariano, la Comunità organizza una peregrinatio della Reliquia di S. Chiara, proveniente dal Monastero di Foligno, con la collaborazione di molti Parroci di Potenza e di altri paesi limitrofi. Per la comunità di Potenza è ancora un tempo di grazia che vede nell’ 8 maggio, terza domenica di Pasqua, il giorno tanto atteso della Solenne Dedicazione della chiesa a santa Chiara e la Consacrazione dell’altare, durante la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo, Mons. Agostino Superbo. In questa occasione, la prima pietra, benedetta il 25 marzo 2004, è stata incastonata al centro dell’altare, come segno che solo in Cristo, pietra angolare, ogni costruzione cresce ben ordinata. Alla Liturgia Eucaristica segue, nel chiostro interno, la benedizione di una croce di cemento, illuminata di notte su entrambe le facce, quale richiamo costante di tutti gli uomini e le donne di questa Regione a Cristo, unica Via di salvezza. La croce è stata costruita su proposta e a spese del “Comitato per la croce”, di iniziativa popolare.
È così conclusa la costruzione della metà del progetto originario: se anche non si crede ai miracoli, questo è un miracolo della Provvidenza. La chiesa e il monastero il Signore li ha voluti e Lui stesso li ha realizzati. Il Signore ha detto a Davide: “non Mi costruirai tu una casa per la mia dimora: una casa costruirà a te il Signore” la Parola di Dio è sempre viva.
Nel frattempo Dio ha costruito anche la comunità, che attualmente è formata da diciassette sorelle, delle quali dieci sono Professe solenni, cinque Professe temporanee, una Novizia e una Postulante. Altre pianticelle sono in crescita. Tutte le nuove vocazioni sono lucane.
Nell’agosto del 2019, dal momento che la Comunità, grazie a Dio, è aumentata, è stato necessario riprendere i lavori per completare la struttura del Monastero. Attualmente, infatti, occorrono oltre ad altre stanze (perché quelle realizzate sono solo 13), anche un’infermeria attrezzata e un refettorio adatto.
Il 24 aprile 2019, un importante passo era già stato fatto con la costituzione della Cooperativa “i Sapori del Monastero”, grazie alla quale abbiamo potuto strutturare il lavoro di vendita dei nostri prodotti al fine di sostenere la Comunità e i lavori di costruzione del Monastero.
Ogni giorno la comunità chiede a Dio il dono di vivere e di testimoniare quanto Mons. Superbo esprimeva nel giorno della Erezione Canonica del Monastero:
“La contemplazione è possibile per la grazia dell’unione profonda con Cristo Gesù, per cui sull’ingresso di ogni monastero si può scrivere “per me infatti il vivere è Cristo e morire è un guadagno”. Per me vivere è Cristo, cioè Cristo è la mia ragione di vivere. Cristo è la mia vita. Cristo è la mia forza. Cristo è la forza del mio pensiero e del mio amore e della mia volontà: è l’orientamento della mia libertà. Per me vivere è Cristo.”
E diventare così per le genti di Basilicata, come un faro nella notte per i naviganti, al quale rivolgere lo sguardo, alla ricerca della rotta che conduce al Signore…